Contributi omessi, trenta giorni per mettersi in regola: arriva l’avviso INPS. Tutto sulla sanatoria contributiva.
L’INPS ha deciso di andare in contro alle aziende italiane, permettendo ai datori di lavoro di poter mettere in regola la propria posizione contributiva in modo agevolato.
Si tratta di un’opportunità a tempo limitato che è bene cogliere alla svelta, sopratutto se si vuole semplificare la propria gestione amministrativa e sopratutto ridurre il rischio di sanzioni.
In coutdown è ufficialmente iniziato: l’INPS ha infatti stabilito un termine ultimo, entro il quale le aziende dovranno aderire alla sanatoria contributiva.
Come funziona la sanatoria contributiva: cosa sapere per non sbagliare
L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale sta verificando se le aziende abbiano pagato correttamente i contributi previdenziali per i dipendenti. Il controllo è molto semplice: l’INPS confronta le informazioni fornite dalle aziende con i pagamenti realmente effettuati.
Per eseguire al meglio tali controlli l’INPS ha messo a disposizione uno strumento informatico (UniEmens/Unilav), grazie al quale sarà possibile controllare in maniera più semplice l’operato delle aziende dal punto di vista contributivo. Nel cruscotto di monitoraggio si trovano due informazioni:
- UniEmens: Sono i dati che riguardano i singoli lavoratori (stipendi, ore lavorate, ecc.).
- Unilav: Sono dati più generali sull’azienda e sui rapporti di lavoro.
Tramite il cruscotto è poi possibile scovare rapporti di lavoro attivi privi delle corrispondenti denunce UniEmens, ovvero una situazione in cui il datore di lavoro ha regolarmente comunicato di avere un dipendente -Unilav-, ma non ha inviato tutti i dettagli sul suo conto -UniEmens-. Va inoltre sottolineato che, almeno per il momento, il controllo dell’INPS non riguarda i rapporti di lavoro in agricoltura, spettacolo e pubblico.
In caso di errori od omissioni nei pagamenti, l’INPS invierà in un primo momento una lettera all’azienda. In questa missiva l’Istituto spiega nel dettaglio i problemi riscontrati e fissa un termine ultimo (30 giorni dalla ricezione) entro il quale il datore di lavoro deve regolarizzarsi, dunque pagare i contributi mancanti.
Se l’azienda rispetta il termine dei trenta giorni dovrà pagare una penale aggiuntiva sui contributi mancanti, questa è solitamente dell’8.9%. Nel caso in cui l’azienda sfori il termine stabilito dall’INPS sarà costretta a pagare una penale molto più alta sui contributi mancanti, pari al 30%.
L’obiettivo dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale è quello di assicurare ai lavoratori la piena tutela. L’INPS vigila infatti sull’operato delle aziende così da assicurarsi che le regole stabilite vengano seguite alla letta. Proprio per invogliare le aziende a mettersi in regola offrendo una penale ridotta nel caso in cui queste provvedano a mettersi in regola nel minor tempo possibile.