Licenziamento: il certificato medico non è una scappatoia, la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha sentenziato che il certificato medico può non essere sufficiente a contestare il licenziamento di un lavoratore: ecco in quali casi il parere del medico non basta.

Tra i tanti diritti acquisiti nel tempo dai lavoratori, quello di poter rimanere a casa quando non si è in condizioni di salute ottimali è certamente uno dei più importanti. Il dipendente, sia esso pubblico o privato, deve avere il diritto di rimanere in casa e curarsi poiché la salute di una persona è di primaria importanza e supera quella del lavoro da svolgere.

Dipendente appena licenziato
Licenziamento: il certificato medico non è una scappatoia, la decisione della Cassazione – queenmakeda.it

Spesso i permessi di malattia sono mal visti dai datori di lavoro, i quali tendono vedere nell’assenza del lavoratore una mancanza di attaccamento al lavoro, anche quando c’è di mezzo una malattia. Inoltre c’è un pregiudizio che è scaturito dall’esperienza, visto che ci sono lavoratori che in passato si sono approfittati dei permessi per malattia per prendersi una pausa.

Appare chiaro che nessuno può contestare la malattia, se questa è certificata da un medico, ad eccezione dei casi in cui c’è il legittimo sospetto che il lavoratore si sia in qualche modo approfittato del proprio diritto per un tornaconto personale. In caso di malattia prolungata il datore di lavoro può chiedere all’Inps una verifica, ma può anche assumere investigatori privati per appurare che il dipendente non si stia approfittando del diritto concesso per legge.

Quando il certificato medico non basta a salvarsi da un licenziamento

Una sentenza della Corte di Cassazione dà ragione ai datori di lavoro nel caso in cui esistano delle prove concrete che indicano che il lavoratore ha mentito sulle proprie condizioni di salute. La pronuncia della suprema corte sulla questione infatti spiega che non è sufficiente il parere del medico per evitare un licenziamento nel caso cui ci siano prove che dimostrino il contrario.

Certificato medico
Quando il certificato medico non basta a salvarsi da un licenziamento – queenmakeda.it

L’esempio chiarificatore può essere quello di un lavoratore che si assenta dal posto di lavoro per malattia e presenta regolarmente il certificato medico che accerta la sua precaria condizione di salute, attestando che questa non gli consente di svolgere il lavoro come concordato da contratto. Ciò nonostante il dipendente in questione viene beccato da un investigatore privato mentre passava il giorno di malattia in spiaggia.

In un caso come questo, il parere del medico passa in secondo piano e il licenziamento non può essere revocato e contestato in alcun modo.

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