Accedere alla pensione anticipata nel 2025 desta molte preoccupazioni tra i lavoratori, in particolare su quale misura scegliere e a quale età lasciare il lavoro.
La pensione anticipata nel 2025 permette l’accesso anche a 60 anni e sono ben quattro le misure previdenziali che lo permettono. Analizziamo nel dettaglio quali sono, quali sono i requisiti e le penalizzazioni che riducono l’assegno pensionistico.
Possono accedere alla pensione anticipata i lavoratori in condizioni di fragilità. Questa categoria di lavoratori gode di tutele in tutte e quattro le misure che analizzeremo. La prima misura è l’assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità. Si tratta di un assegno mensile riconosciuto dall’INPS se il richiedente vanta almeno cinque anni di contributi, di cui almeno tre versati nei cinque anni precedenti alla domanda di pensione anticipata. L’assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità sono differenti tra loro. Infatti, l’assegno ordinario prevede che il richiedente abbia un’invalidità pari o uguale al 67%.
Pensione anticipata nel 2025: le scelte più convenienti in base ai requisiti
Invece, per la pensione di inabilità, il richiedente deve avere un’invalidità al 100% con handicap grave e impossibilitato a compiere atti di vita quotidiana senza il supporto di un assistente. Infine, l’assegno ordinario di invalidità è erogato per tre mesi ed è rinnovabile per un massimo di tre volte consecutive, invece, la pensione di inabilità non ha una scadenza.
La seconda misura è l’APE sociale, permette di uscire a 63 anni e 5 mesi con un’anzianità contributiva di trenta anni. Questa misura è erogata dallo Stato attraverso l’INPS. Possono chiedere l’APE sociale i lavoratori che si trovano in una di queste quattro tutele:
- disoccupati;
- caregiver (coloro che assistono da almeno sei mesi dalla domanda di pensionamento un familiare con handicap grave, ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3);
- invalidi civili (con una percentuale pari almeno al 74%);
- lavoratori che svolgono mansioni gravose.
La terza misura è la Quota 41 destinata ai lavoratori precoci (coloro che vantano almeno un anno di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Questa misura non contempla il requisito anagrafico, si può accedere a qualsiasi età. Possono accedere i lavoratori che hanno maturano almeno 41 anni di contributi e si trovano in una delle quattro tutele (invalidi, caregiver, disoccupati e mansioni gravose).
La quarta misura riguarda la pensione anticipata di vecchiaia con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%. Possono accedere a questa prestazione solo i lavoratori del settore privano con un minimo di venti anni di contributi e un’età anagrafica di 60 anni per gli uomini e 56 anni per le donne.
Queste misure non sono penalizzanti, molto dipende dagli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Prima si accede alla pensione e più basso sarà l’assegno, inoltre, importante è anche l’anzianità contributiva maturata durante la vita lavorativa. L’assegno pensionistico varia in base ai vari fattori che hanno caratterizzato la carriera lavorativa, ad esempio: periodi di inattività lavorativa, di disoccupazione, contratti a termine, eccetera.