Negli ultimi giorni, in riferimento alla legge di bilancio 2025, si è iniziato a parlare anche di pensione di garanzia per i giovani. Cerchiamo di capire di cosa si tratta e se e quando potrebbe entrare in vigore.
La legge di bilancio del 2025 è alle battute finale, passata la discussione alle varie commissioni di Camera e Senato presto si passerà alla votazione di approvazione. Quest’anno in totale sono stati presentati più di 4mila emendamenti, tra questi c’è anche la proposta di introdurre la pensione di garanzia per i giovani.
La proposta è stata introdotta con l’emendamento 24.012 e ha l’obiettivo di introdurre nel nostro Paese una pensione di garanzia cioè un assegno pensionistico integrativo per i più giovani e per chi ha avuto una carriera lavorativa particolarmente complicata, fatta di sospensioni tra un contratto precario e l’altro.
Ma perché si chiama di garanzia? E soprattutto quando dovrebbe entrare in vigore? Nei prossimi paragrafi approfondiremo l’argomento cercando di capire se e quando sarà possibile attuarla.
Pensione di garanzia per i giovani, come funziona e quando dovrebbe entrare in vigore
Pensata per evitare le pensioni insufficienti per chi oggi lavora con contratti precari e discontinui e, in generale, per chi avrà una pensione basata solo sul sistema contributivo, la pensione di garanzia è chiamata così proprio perché vuole farsi garante di una pensione adeguata per i precari di oggi.
La proposta è stata ideata soprattutto per i lavoratori che hanno cominciato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996 quando cioè è cambiato il sistema di calcolo della pensione.
Nei fatti si tratterebbe di un assegno pensionistico integrativo. Una volta cioè stabilita una soglia minima di pensione chi non riesce a raggiungere l’adeguato assegno si vedrà in aggiunta la pensione di garanzia. La proposta si basa su un doppio intervento: da una parte l’introduzione dell’assegno integrativo; ma anche la definizione di una maggiorazione dell’importo minimo della pensione come garanzia, tenendo conto ad esempio dei contributi figurativi per periodi di formazione o disoccupazione involontaria.
Le opposizioni chiedono, quindi, l’istituzione di un fondo speciale che per il 2025 preveda 100 milioni che arriveranno ad essere 300 nel 2027. Stara poi al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali definire nel dettaglio come funzionerà.
Quando dovrebbe entrare in vigore? L’emendamento è in discussione al Parlamento e se dovesse essere approvato entrerà in vigore il prossimo 1° di gennaio insieme alla Legge di Bilancio di riferimento. C’è da dire però che già lo scorso anno era stata avanzata la stessa proposto, poi scartata per mancanza di fondi.