Assente alla visita fiscale? Ecco quali possono essere le conseguenze e come rimediare subito per evitare il licenziamento.
Le visite mediche di controllo, meglio conosciute con il nome di visite fiscali, rappresentano un controllo domiciliare specializzato previsto dalla normativa italiana. Quest’ultime consistono in una verifica della sussistenza di un dichiarato stato di malattia del dipendente, assente dal luogo di lavoro per un determinato periodo.
Il controllo, effettuato dai medici inviati dall’INPS, è pensato per garantire il mantenimento dell’indennità di malattia e la continuità del compenso anche durante il periodo di assenza dal luogo di lavoro. In seguito alla visita, il medico fiscale dovrà notificare la conferma dello stato di malattia presso gli uffici di competenza dell’INPS.
I medici fiscali, tuttavia, dovranno recarsi presso la residenza del lavoratore rispettando alcune fasce orarie prestabilite durante l’arco della giornata. L’assenza del lavoratore alla visita fiscale può rivelare gravi conseguenze allo stesso e al suo contratto di lavoro.
Assenza alla visita fiscale: come evitare gravi conseguenze
In caso mancata presenza del lavoratore durante una visita fiscale, il medico incaricato redigerà un verbale di assenza ingiustificata alla visita di controllo. L’esito negativo della visita, tuttavia, comporta il rischio di perdita dell’indennità della malattia per tutte le giornate di assenza ingiustificata. Non solo, in seguito a quanto verbalizzato, il datore di lavoro potrebbe applicare gravi sanzioni disciplinari conservative, tra cui il licenziamento. Ai sensi della normativa vigente, infatti, il dipendente assente alla visita medica di controllo, decade dalle prestazioni assistenziali erogate dall’INPS.
Nell’eventualità in cui il medico abbia erroneamente sbagliato indirizzo a causa di una mancata indicazione corretta dello stesso, il lavoratore risultato assente può giustificare la propria assenza entro 10 giorni dalla data di effettuazione del controllo. Il dipendente, infatti, può presentare la documentazione al datore di lavoro comprovando l’errore nell’indirizzo o, in alternativa, la sua presenza in un luogo diverso. La documentazione presentata persegue l’obiettivo di non perdere l’indennità di malattia nei giorni di assenza.
Per riscontrare la situazione e capire l’origine dell’errore, il lavoratore può richiedere una copia del proprio certificato di malattia emesso dal medico curante, in modo da controllare l’esattezza o meno dei recapiti esposti. In alternativa, il dipendente può rivolgersi al servizio telematico dell’INPS, interrogando il sistema a partire dal numero di protocollo identificativo del certificato o dai propri dati anagrafici.