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Ero terrorizzato dal sonno, poi ho capito di avere un problema molto comune: capita anche a voi?

Hai mai sperimentato quella strana sensazione di essere sveglio ma incapace di muoverti? Scopri la mia storia con la paralisi del sonno e i sogni lucidi, e come ho imparato a trasformare la paura in curiosità

Ti è mai capitato di non dormire ma di non riuscire a svegliarti? Tranquillo, non sei solo! – queenmakeda.it

C’è stato un periodo della mia vita in cui andare a dormire mi metteva ansia. Non era per gli incubi, o almeno non quelli che immaginiamo da bambini. Mi succedeva qualcosa di diverso: mi svegliavo senza potermi muovere, il mio corpo era un guscio vuoto, mentre la mia mente era vigile.

Era come essere prigioniero di me stesso. Per un po’ ho pensato di avere una malattia o, peggio ancora, qualche problema di salute mentale. Ero giovane e, diciamolo, spaventato.

All’inizio non ne parlavo con nessuno. Sai com’è: temi che la gente ti guardi strano, come se fossi il protagonista di un film horror. Poi una sera, durante una cena con amici, complice qualche bicchiere di vino e un clima rilassato, mi sono deciso a raccontarlo. “Ragazzi, vi è mai capitato di svegliarvi senza riuscire a muovervi?” ho chiesto. E con mio enorme stupore, più di uno ha annuito.

Quella sera ho capito che non ero solo, e soprattutto, che non ero “strano”. Quello che vivevo si chiama paralisi del sonno, una condizione che, mi hanno spiegato, è più comune di quanto si pensi. Quando il corpo resta “bloccato” nella fase REM del sonno, mentre la mente è già sveglia, ci si ritrova in un limbo inquietante. Il problema è che non lo sapevo, e nell’ignoranza tutto diventa più spaventoso.

In quei momenti, mi sembrava di essere in balìa di presenze misteriose. Ricordo che una volta mi sembrava di sentire qualcuno camminare nella stanza. Ovviamente non c’era nessuno, ma la sensazione era così reale che ancora oggi rabbrividisco al pensiero. Non è difficile capire perché la paralisi del sonno sia stata associata per secoli a demoni e spiriti maligni.

La paralisi del sonno e il legame con i sogni lucidi

Ma la storia non finisce qui. Col tempo, grazie a qualche lettura e a un po’ di curiosità, ho scoperto che queste esperienze sono spesso legate ai cosiddetti sogni lucidi. E qui la cosa si fa interessante. Un sogno lucido è, per dirla in parole semplici, un sogno in cui sei consapevole di stare sognando. E non solo: puoi anche controllarlo.

Sì, proprio così. Puoi volare, esplorare mondi fantastici, parlare con persone che nella realtà non ci sono più. È come essere il regista di un film, con la differenza che il film è la tua mente.

All’inizio mi sembrava impossibile. Eppure, con qualche esercizio, ho imparato a riconoscere quando stavo sognando. Una tecnica utile è il reality check: durante il giorno ti abitui a controllare se sei in un sogno. Guardi le mani, provi a leggere qualcosa, fai piccoli test. Poi, quando sei davvero in un sogno, il tuo cervello replica questa abitudine, e scatta la consapevolezza.

Ma non è sempre tutto rose e fiori. Anche nei sogni lucidi, c’è un margine di imprevedibilità. Mi è capitato di restare intrappolato in quella sensazione di essere “a metà strada”, senza riuscire a svegliarmi. Sono momenti strani, in cui ti chiedi se sei davvero al sicuro. Ma una volta capito che si tratta solo di un gioco della mente, impari a gestirlo.

Oggi non ho più paura. La mia mente, che una volta sembrava un luogo pieno di insidie, è diventata una sorta di laboratorio. Non controllo sempre tutto, ma quando succede, è incredibile. Quei momenti sospesi tra sogno e realtà mi hanno insegnato a conoscermi meglio, a capire quanto il nostro cervello sia potente e misterioso.

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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